La formazione di Joseph Bonnet
Joseph Bonnet, nato a Bordeaux nel 1884, fu dapprima allievo del padre, organista della chiesa di Sainte-Eulalie. Già all'età di quattordici anni ricopriva nella città natale la carica di organista di Saint-Nicolas, e quindi di Saint-Michel, dove nel 1901 tenne il suo primo concerto pubblico. Dal 1896 (e fino al 1906) seguì a Parigi le lezioni di Charles Tournemire, organista di Sainte-Clotilde, allievo di César Franck e Charles-Marie Widor, ma si trasferì definitivamente nella capitale soltanto nel 1901, dove il 30 novembre dello stesso anno fu ammesso al Conservatorio nella classe di Alexandre Guilmant. In questo stesso periodo ebbe come insegnante anche Louis Vierne, organista di Notre-Dame, al quale era affidato il ruolo di assistente della classe d'organo. Nel 1906, dopo essere divenuto titolare di uno dei piu prestigiosi strumenti parigini, l'organo della chiesa di Saint-Eustache, ottenne anche il "Premier Prix" d'organo e di improvvisazione nella classe di Guilmant.
Nei suoi scritti autobiografici Louis Vierne, ricordando i suoi allievi prediletti, esprime così l'immensa stima che aveva di Joseph Bonnet:
"Bonnet che in seguito, come organista di Saint-Eustache, ha raggiunto una grande celebrità, era un virtuoso dotato delle più solide qualità tecniche, serio, entusiasta del suo strumento, lavoratore e provvisto di una coscienza a prova di qualsiasi difficoltà."
(L. Vierne, Journal, Cahiers et Mémoires de l'Orgue, Paris, 1970, p. 181)
"Nella stessa premiazione del 1906 figurava Joseph Bonnet, che fu il primo nominato dei tre primi premi del concorso. Figlio di organista, la sua infanzia era trascorsa in un ambiente propizio alla realizzazione della sua vocazione. Provvisto di una solida cultura musicale, si fece immediatamente notare nella classe per il suo temperamento di virtuoso senza pari; Guilmant ed io non ci sbagliammo; c'era in lui, per l'avvenire, un artista di grande levatura, dalla coscienza scrupolosa, di una assoluta rettitudine, dotato della più nobile delle ambizioni, quella che consiste nel volere sempre il meglio; portava alle lezioni un lavoro curato sin nei minimi particolari, come mi diceva Guilmant. Divenne anche un eccellente improvvisatore, dalla sicura tecnica, capace di esprimere un ideale di grande purezza in una lingua chiara e ben scelta. Dopo il concorso del 1905, dove aveva raggiunto il secondo premio, ottenne per concorso il posto di organista di Saint-Eustache divenuto vacante per la nomina di Dallier alla Madeleine in sostituzione di Fauré. L'esecuzione di Bonnet fu delle più brillanti; e la sua vittoria non fu oggetto di alcuna discussione da parte dei suoi giudici. Dopo il termine dei suoi studi al Conservatorio, ha intrapreso una magnifica carriera che lo ha portato in primissimo piano nella Scuola francese. Le caratteristiche del suo modo di suonare sono la grandezza, la sicurezza di stile, lo splendore del tocco, il magnifico legato, l'autorità ritmica, lo scrupoloso rispetto dei testi, la sicurezza del gusto nella scelta della registrazione. Credo che egli abbia conservato la più pura tradizione di Guilmant. Ha avuto, in Francia, in Europa, in America, uno strepitoso successo; è adesso in piena forma, in piena gloria, ed è un apostolo che predica eloquentemente attraverso il suo esempio. Raccoglie nella sua maturità il frutto naturale della costanza del suo lavoro, la sua reputazione è universale, e il pubblico di tutti i paesi lo apprezza con lo stesso calore. Ha scritto numerosi brani per organo, di costruzione molto curata, di scrittura elegante e, all'occasione, di autentica poesia. Le sue "Variations de Concert" sono un cavallo di battaglia per i virtuosi; e per cavalcare un tal destriero occorre essere un brillante cavaliere... Ha fatto molto per la diffusione della musica dell'antica scuola francese; anche gli autori stranieri più noti devono a lui l'averli ben difesi. Avrò tracciato un profilo il più fedele possibile di questa grande personalità quando avrò indicato che Joseph Bonnet ha insegnato a lungo, e che ha formato eccellenti allievi, in Francia e altrove. Cosa più rara fra gli organisti di quanto non si creda, si interessa da vero esperto alla costruzione del suo strumento. È cavaliere della Legion d'Onore dal luglio 1922.
(L. Vierne, Mes Souvenirs, Cahiers et Mémoires de l'Orgue, Paris, 1970, p. 64-65)
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